Il Lifting facciale

9 Ago 2022

Detto anche “cervicoritidectomia” è un intervento di chirurgia estetica che ha lo scopo di ritensionare e ricostruire i tessuti molli del volto, con maggior attenzione alle guance e alla regione perimandibolare così come il collo della paziente.
È un intervento abbastanza complesso sia per la tecnica chirurgica che la gestione perioperatoria.
Differisce da procedure più semplici come il quick lift o lifting della pausa pranzo che sono interventi più semplici ma che consistono soprattutto nella asportazione di cute in eccesso dalla regione preauricolare in anestesia locale.

La sua efficacia è dovuta al fatto che la dissezione si esegue su piani anatomici differenti, anche in profondità, con riposizionamento di legamenti e inserzioni muscolari.

Il nervo facciale
Il chirurgo dovrà avere una eccellente familiarità con l’anatomia del nervo facciale in quanto i fasci di questo nervo motore verranno frequentemente visualizzati durante la procedura perché sono elementi di demarcazione fra i vari piani di dissezione.
Una lesione del nervo facciale esiterà in una paralisi che sarà permanente o transitoria a seconda che sia dovuta ad una sezione delle fibre nervose o un semplice stiramento.

Prima dell’intervento
Sarà buona norma avvisare la paziente di astenersi dalla abitudine al fumo per qualche mese (almeno 6) al fine di ottimizzare l’ossigenazione del sangue periferico e quindi le chances di guarigione dei tessuti.
Qualora la paziente assuma una terapia medica di qualsiasi tipo dovrà anticipatamente informarne il chirurgo che le fornirà indicazioni su come gestire l’assunzione dei medicinali.

Tecnica chirurgica
La cervicoritidectomia è un intervento che deve essere eseguito in anestesia generale o, al massimo, in sedazione profonda con maschera laringea. Piccoli movimenti del paziente possono causare gravi problemi chirurgici: nel viso ci sono molte strutture in uno spazio ristretto e la possibilità di danno è quindi aumentata rispetto ad altri distretti.
Buona parte dei pazienti candidati ad un lifting presenta dei difetti facciali dovuti ad atrofia o aging che possono richiedere una lipostruttura. Questa parte di intervento viene sempre eseguita come primo tempo chirurgico in modo da permettere poi al chirurgo di dedicarsi completamente al lifting vero e proprio senza preoccupazioni o “cose da finire”.

La lipostruttura o lipofilling si rivolge a volumi che non vengono generalmente coinvolti nel lifting come la regione zigomatica, infraorbitaria/infrapalpebrale ma anche i solchi naso-genieni. Una estensione del lipofilling alla regione mandibolare e al mento potrà rendere più armonico l’effetto finale.
Le incisioni cutanee sono preauricolari, nascondendosi dietro il trago dell’orecchio, girano posteriormente sulla conca auricolare e poi si portano posteriormente lungo l’attaccatura dei capelli, le stesse che possono essere utilizzate per la parotidectomia. Nel sesso maschile saranno leggermente modificate per non portare la barba nell’orecchio o modificare la basetta. Ad esse sarà associata una incisione sottomentale per gestire la parte anteriore del collo (asportazione di grasso sottomentale, suture muscolari e/o asportazione parziale della ghiandola sottomandibolare).

La dissezione comprenderà due piani, uno sottocutaneo a livello delle guance e regione preauricolare, ed uno più profondo, al di sotto dello SMAS, sia nella porzione laterale del volto che nel collo. La dissezione bilaminare permetterà quindi un corretto orientamento della componente muscolare, con ricostituzione di un aspetto più giovanile, e una asportazione dell’eccesso cutaneo, senza comparsa di deformità residue come “pixie ear” o aspetto “stirato”.

Alcuni chirurghi non posizionano alcun drenaggio al termine dell’intervento, utilizzando spray di colla di fibrina e somministrando al paziente farmaci che riducono la pressione venosa. Ritengo che un piccolissimo drenaggio per lato, rimosso generalmente dopo due o tre giorni, riduca la necessità di medicazioni facciali occlusive ed eviti rischi per la salute della paziente dovuti ad ipotensione innaturale.

Oltre a ciò, non avere medicazioni facciali prolungate, evita o riduce la comparsa di ematomi facciali che possono ritardare il ritorno della paziente alla vita di tutti i giorni.

Piano operatorio
Con la prima visita si eseguirà la valutazione clinica della problematica ma anche delle esigenze della paziente.
Nella stessa occasione verranno eseguite delle foto della paziente che saranno di aiuto durante la fase chirurgica. Non ci saranno medicazioni particolari se non piccoli cerottini nella sede delle ferite che potranno essere associati ad una guaina per una settimana circa in casi particolari. Il ritorno alla attività lavorativa potrà avvenire nel giro di 7-10 giorni, non appena il gonfiore post-operatorio comincerà a scomparire.

Il risultato definitivo si potrà identificare a circa 6 mesi dalla procedura.

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